“Pinocchio…Tra Realtà e Fantasia finiamo l’Anno in Allegria”

Realizzato dagli alunni delle classi quarta e quinta, scuola primaria del plesso scolastico di Piana di Cerchiara.

C’era una volta un pezzo di legno. Il pezzo di legno diventa anima, amore, paura, coraggio, stupore per le cose del mondo. Il pezzo di legno diventa un bambino.

È questa la nota storia di Carlo Lorenzini conosciuto con lo pseudonimo di Carlo Collodi “Le Avventure di Pinocchio. Storia di un burattino” da cui prende spunto il musical: “Pinocchio…Tra Realtà e Fantasia finiamo l’Anno in Allegria” pensato, creato e plasmato sulle potenzialità espressive degli alunni delle classi quarta e quinta del Plesso scolastico di Piana di Cerchiara, portato in scena lo scorso 30 maggio nei locali sottostanti la Parrocchia “San Francesco” gestiti dell’associazione Ali e Radici-Valerio.

Un lungo spettacolo, laborioso e impegnativo, che ha visto le bambine e i bambini alle prese tra: parti recitate, canti, balli, cambi d’abito; sempre partecipi, appassionati, per più di due ore. Il pubblico, tra le cui file si è potuto contare sulla presenza rassicurante e affezionata della Dirigente Scolastica Maria Carmela Rugiano, dalla speciale presenza del vicesindaco Giuseppe Ramundo, dall’Assessore comunale Maria Pistocchi e infine dalla disponibilità riservataci dal parroco Padre Lambert, è rimasto visibilmente sbalordito dalla vastità della sceneggiatura, arricchita da ogni piccolo particolare, la risolutezza dei piccoli attori e la caparbietà delle insegnanti che hanno creato e organizzato lo spettacolo.

Ma facciamo un passo indietro. L’idea nasce dalla lettura integrale del testo di Collodi, genio indiscusso della nostra letteratura che ha saputo raccontare, attraverso un unico personaggio principale, la storia di tutti e di ogni essere umano. Il burattino, pasticcione, imbroglione, perdigiorno, decide di cambiare e lo fa non per uno scopo ma per un senso. Il senso all’interno delle pagine del libro, il senso rievocato in questa rappresentazione. Geppetto non poteva immaginare che quel pezzo di legno da lui fabbricato potesse davvero dargli l’opportunità di essere padre e, allo stesso modo, Pinocchio non poteva immaginare che istruendosi, impegnandosi, avrebbe avuto la possibilità di essere figlio, di essere ragazzo, di essere migliore.

Quella libertà che lui brama e che insegue finisce sempre per renderlo prigioniero di qualcosa o di qualcuno. Quella voglia di vivere una vita ricca e bella e fantasticamente piena di avventure, senza faticare un solo giorno, senza impegnarsi in nulla e continuando a mentire, finisce per diventare non solo utopica, quanto controproducente. Ma Pinocchio, è questo è stato sottolineato con grande forza nella sceneggiatura del musical, ha un’altra grande prerogativa: ha il cuore buono.

Ed ecco che il romanzo diventa a pieno titolo romanzo di formazione, in cui il protagonista evolve, cresce, cambia; ed ecco che viene redento e che, seppur dopo una serie di pene, di piccoli e grandi drammi, viene salvato dall’amore famigliare che diventa amore universale. Si spiega facilmente, quindi, perché le insegnati abbiano ritenuto importante ancora oggi, a distanza di quasi 150 anni, leggere, approfondire e infine rappresentare teatralmente quest’opera. La storia di Pinocchio tratta temi universali come la crescita, l’educazione, il valore dell’onestà, e le conseguenze delle proprie azioni. Questi temi sono rilevanti per i bambini che stanno imparando a comprendere il mondo e il loro posto in esso. Il percorso di Pinocchio, da burattino disobbediente a bambino reale, è una parabola sulla maturazione e la responsabilità. Le sue avventure e disavventure insegnano lezioni importanti sull’onestà, il lavoro duro, e il rispetto per gli altri. Infine, ma non per ultimo, la storia di Pinocchio è ricca di elementi fantastici che stimolano l’immaginazione e la creatività dei bambini. Le avventure surreali e i personaggi memorabili invitano i giovani lettori a esplorare il mondo della fantasia.

Ottimo lavoro delle insegnanti, Rosbina Muscolino, Mariantonietta Lucente, Anna Nicoletti che hanno curato la sceneggiatura, le coreografie e la regia. In ogni atto dello spettacolo un narratore onnisciente presenta la scena. Dopo il breve prologo, i ragazzi si preparano per il primo balletto sulle note della canzone “Perché no”, brano musicale scritto da Carla Vistarini, su musica di Fabio Massimo Cantini e Luigi Lopez; tutte le musiche di sottofondo sono tratte dall’omonimo album “Le avventure di Pinocchio” di Comencini scritte da Fiorenzo Carpi e la Carmina Burana composta da Carl Orff. Le canzoni cantate dai ragazzi sono tratte dall’ album “Bravo Pinocchio” di Dolores Olioso e dall’album “Burattino Senza Fili” di Edoardo Bennato. A chiudere il musical il canto “Lettera a Pinocchio”, brano musicale composto da Mario Panzeri nel 1959, presentato alla 1ª edizione dello Zecchino d’Oro. In conclusione, lo scenico balletto finale, si accompagna alle note di una versione remix di Pinocchio.

La scuola continua ad essere il posto in cui arte e studio, creatività e impegno, pianti e sorrisi si uniscono in un unico grande forte motore. La scuola continua ad essere il posto in cui si cresce e dopo eventi come questi si ha la certezza che continuerà ad esserlo.

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